Quando tutto diventò blu
Ho creduto a lungo di essere una persona sensibile™, invece ero sopraffatta. Il 10 ottobre è stata la giornata mondiale della salute mentale: è l'occasione giusta per scriverne qui.
Scegliere di iniziare un percorso di psicoterapia è stato cruciale per il mio benessere. C’è un momento prima: il peso sullo stomaco, il sonno irregolare, il rimuginino costante, la sensazione che tutto nella mia vita, dalle relazioni sentimentali al lavoro, dalle amicizie al rapporto con la mia famiglia, stesse andando a rotoli. E c’è un momento poi: in cui ad ogni seduta ho lasciato andare un po’ di me e delle preoccupazioni che occupavano la mia testa. È come se - la terapia si serve di tante metafore – molte cose di cui mi facevo carico e che mi facevano soffrire intensamente, ora iniziano a rimbalzarmi non appena mi toccano. Sento meno, sento solo quello che è davvero importante per me. È la teoria del filo d’erba di Zerocalcare.
Intendiamoci, è un percorso ancora lungo e in certi momenti mi sembra di non avanzare affatto. Eppure nel quotidiano, nel modo in cui reagisco a quello che mi accade lo vedo: che le cure stanno facendo il loro corso.
E aggiungo che la richiesta di aiuto vale sempre: per la testa sì, ma anche per il corpo. Nel mio caso, per esempio, la psicoterapia è stato solo il secondo passo, a seguito dell’avvio di una terapia ginecologica per una patologia vulvare a lungo trascurata.
Dunque, se sentite dolore, se qualcosa – nel corpo o nella testa – vi fa male, approfondite. Non fidatevi del trend social approssimativo e controproducente che invita a normalizzare qualunque malessere o disagio.
Possiamo stare meglio di così.
Dalla mia collezione di libri illustrati, e una canzone
Quando tutto diventò blu è un graphic novel edito da Bao Publishing scritto e illustrato - di blu - da Alessandro Baronciani, la storia di una ragazza e degli attacchi di panico di cui soffre. È anche una canzone di Colapesce cui sono molto affezionata.
Hai provato di tutto
Gli infusi gli amori casuali e la skunk
E ti sei messa anche a pregareHai provato su ebay
Nelle pagine bianche
Sui blog dei trotskisti
Nelle case di relaxHai studiato per chi ti darà
La quota per restare a galla
In questo mare
Nuoti e piangi
Quando tutto diventò blu - Colapesce
Ma io lavoro
Appunti sparsi per il mio lavoro, e magari anche per il tuo
Il malessere psicologico è così diffuso, che il capitalismo ci ha visto un mercato. E così sono nate le piattaforme di psicoterapia online che, con limiti e potenzialità, hanno aperto a molti la possibilità di iniziare un percorso.
Ma il marketing della terapia non può avere le stesse dinamiche chessò dei prodotti beauty, degli integratori o degli abbonamenti settimanali di ortaggi. E infatti la collaborazione tra UnoBravo e Chilly è stata comprensibilmente molto criticata.
Nella rete
Roba che leggo, ascolto, scopro, e mi piace
Daniele Francescon, il co-fondatore di Serenis, per tutto il mese di ottobre su LinkedIn sta trascrivendo ogni giorno alcune delle frasi pronunciate dalla sua psicoterapeuta, appuntate nel tempo. È un esercizio che mi ha fatto sorridere: spesso anche io a fine seduta, scrivo. Ché certe parole sanno disinnescarti.

Per finire
C’è molto altro che si dovrebbe scrivere e che tuttavia non saprei argomentare.
Per esempio, di accesso alla salute mentale. La cura pubblica è poca. Quella privata, onerosa e dunque elitaria.
Della necessità di avere più psicologi nelle scuole e progetti strutturati che là ci sta il nostro futuro.
Dell’importanza di abbattere certi pregiudizi. Me la ricordo ancora la mia professoressa di filosofia del liceo - le cui parole avevano sempre forte presa su di me - che un giorno fece un discorso che oggi reputerei senza senso sull’inutilità degli psicoterapeuti. Pagare per farsi ascoltare, che sciocchezza - banalizzò. Era probabilmente il 2011, certo, ma non fatico a credere che sia un pensiero in larga parte ancora condiviso.
Eppure, il benessere psicologico è un fatto collettivo, dovrebbe essere trattato come un investimento sociale. Prendendomi cura di me, mi prendo cura delle relazioni che mi legano agli altri, sbroglio una parte della matassa.






